BULLISMO e CYBERBULLISMO:

I FENOMENI CHE PREOCCUPANO IL MONDO DEGLI ADULTI

 

Cosa sta cadendo nel nostro Paese?

Bullismo e cyberbullismo  visti gli interventi di prevenzione effettuati nel nostro Paese coinvolge tutte le aree (secondo il rapporto Censis 2016, sono fenomeni in aumento nel nostro paese). 

Dai dati emerge che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. 

Sulla rete, poi, le ragazze hanno la peggio rispetto ai ragazzi. Il cyberbullismo, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza colpisce 1 adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni. 

Le femmine sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile).

 

Bulli e cyberbulli.

Il bullismo è una forma di prevaricazione, singola o di gruppo, che viene esercitata in maniera continuativa da ragazzi definiti bulli nei confronti di una vittima predestinata. 

Cyberbullismo e bullismo si differenziano perché nel cyberbullismo sono implicate le relazioni online, incrementando sensibilmente l’intensità della violenza e gli esiti persecutori; entrambi i fenomeni possono essere agiti direttamente o indirettamente e si manifestano in modo esplicito con aggressioni e insulti, oppure attraverso dinamiche di esclusione.

Il comportamento dell’aggressore si compie intenzionalmente con lo scopo di danneggiare e ferire la propria vittima. 

Le azioni aggressive e persecutorie perdurano nel tempo con un’intensità tale da ledere l’autostima di chi subisce che, a causa di questa asimmetria di potere, sviluppa comportamenti passivi impedendo di reagire e perfino di chiedere aiuto.

I bulli e cyberbulli sono ragazzi molto fragili e l’aggressività rappresenta per loro l’unica modalità di mettersi in relazione con l’altro; difficilmente riescono a rispettare le regole, le frustrazioni e le contrarietà e sono spinti da una forte impulsività che li porta ad agire evitando ogni tipo di riflessione e auto-osservazione non permettendo loro di mettersi in discussione.

L’empatia è una delle caratteristiche che a questi ragazzi manca; infatti, non riescono a mettersi nei panni della vittima e sentire emotivamente ciò che gli altri provano assumendosi le responsabilità dei propri gesti.

I genitori dei bulli o cyberbulli dovrebbero collaborare con gli insegnanti senza la paura di essere giudicati per favorire un’alleanza che porti a valorizzare gli aspetti positivi e costruttivi della personalità del proprio ragazzo per aiutarlo a vedere delle sane alternative alle sue modalità di azione.

Per arginare questi comportamenti sarebbe opportuno che i genitori riconoscessero il problema del figlio e comprendessero che il suo comportamento distruttivo è segno di un vuoto affettivo che lo porta a reagire in maniera aggressiva per manifestare un proprio disagio psicologico.

Le vittime dei bulli.

Le “prede” dei bulli, spesso molto deboli e fragili, vengono considerati dei “diversi” perché affetti da patologie, a causa di difetti fisici o perché appartengono ad un’altra etnia.

Le vittime dei bulli non hanno gli strumenti per difendersi e proteggersi per la quasi mancanza di autostima e fiducia in Sè, essi, a causa della difficoltà ad esprimere le proprie emozioni, tendono a ritirarsi in un totale isolamento personale e sociale e a sviluppare patologie più gravi come la depressione, la dipendenza da internet o il gambling patologico (gioco d’azzardo).

I genitori di questi ragazzi dovrebbero prendere molto seriamente in considerazione le loro paure e i loro sentimenti dando valore alle emozioni, rafforzando la loro autostima rassicurandoli e facendo sentire la loro vicinanza. 

Spesso questo dovrebbe bastare, ma se le prevaricazioni e gli atti di bullismo o cyberbullismo non dovessero cessare sarebbe opportuno avvisare gli insegnanti facendo presente la situazione.

Nei casi più gravi, quando gli atti e le persecuzioni diventano sempre più pericolosi e violenti, è necessario informare la polizia postale, ricordando che il loro intervento potrebbe avere conseguenze legali.

Questi fenomeni possono essere combattuti attuando progetti di prevenzione che coinvolgano le principali agenzie educative, in particolare la famiglia e la scuola, per evitare di dover affrontare aspetti più complessi e problematici.

 

Bibliografia:

A.Pellai, Tutto troppo presto. L'educazione sessuale dei nostri figli nell'era di internet ,De Agostini,2015