DISTURBI DEL SONNO E DELLA VEGLIA


I disturbi del sonno si suddividono in insonnia e sonnolenza diurna (ipersonnolenza), ed il sintomo tipico di tali disturbi è l’insonnia, ovvero la mancanza di sonno.

La frequenza dei disturbi del ritmo sonno-veglia cresce progressivamente con l’età e nei soggetti anziani le difficoltà di sonno riguardano soprattutto continuità del sonno notturno, interrotto da frequenti risvegli e risveglio mattutino molto anticipato rispetto ai ritmi abituali, mentre nei giovani l’insonnia si manifesta con la difficoltà di prendere sonno.

Il disturbo da insonnia è caratterizzato da insoddisfazione riguardo alla quantità o alla qualità del sonno, associata alla difficoltà di cominciare o di mantenere il sonno, associata a risvegli precoci al mattino con incapacità di riaddormentarsi. 

L’insonnia è una problematica molto comune: è raro trovare una persona che non abbia mai avuto esperienza di una o più notti trascorse insonni. 

Questo accade perché il sonno è legato a svariati processi fisiologici e psicologici talmente delicati e sensibili, che la lista dei fattori che possono influenzarlo è lunghissima: l’alimentazione, l’esercizio fisico, l’alcol, l’ambiente, le abitudini, lo stato emotivo, gli impegni della giornata seguente (solo per citarne alcuni), ecc. 

Si presenta come una difficoltà ad addormentarsi o a riaddormentarsi se ci si sveglia durante la notte.

Questa continua assenza di sonno può portare ad evidenti problemi e difficoltà, sia fisici che mentali. 

L’insonnia fa parte dei disturbi legati all’ansia, il nostro corpo non riesce a passare da una funzione di vigilanza ad una di allentamento. 

La caratteristica principale dell’insonnia è rappresentata da una difficoltà nell’addormentamento o nel mantenimento di un sonno continuato, oppure dalla sensazione di non trarre ristoro da una notte di sonno. 

Nella maggior parte delle persone, l’inizio del sonno si situa nei primi trenta minuti dopo essersi coricati e la durata del sonno è in media da 4 a 10 ore. 

La diagnosi di insonnia richiede la presenza di tale disturbo da almeno 3 settimane e deve essere associata ad affaticamento e/o a difficoltà nelle occupazioni diurne.

È necessario dunque comprendere quanto il disturbo interferisce con vita sociale e lavorativa, perché un’alterazione persistente del sonno potrebbe portare ad una serie di problemi medici e psicosociali.
L’insonnia non è una malattia, ma un sintomo di diverse condizioni patologiche, psichiche o fisiche, oppure un’alterazione di un equilibrio ambientale o situazionale, anche se viene percepita come un disturbo primario.